Storie sussurrate

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Come ricordava Crepet, citando Napoleone, “Le tre del mattino รจ l’ora del coraggio“. L’ora in cui si fanno i conti con la propria esistenza.

Vero. Ma non solo.

Alle tre del mattino si possono fare tante cose. Cose strane, anche. Come farsi trasportare dalle proprie riflessioni su mondi “altri”, su lidi sconfinati e non ancora esplorati. O scrivere delle piccolissime storie, in silenzio. Illuminate dalla fievole luce di una fugace pazzia narrativa.

Ed รจ proprio questo che ho iniziato a fare, quasi come un appuntamento terapeutico. Ho sempre pensato che svegliarsi al mattino, a mente fredda ed iniziare a scrivere fosse un obiettivo da raggiungere per tonificare lo spirito, rilassarsi e partire a spron battuto per la giornata che ti aspetta, come una doccia rinfrescante che ti schiarisce le idee.

Invece no. E’ tutto il contrario.

Ho scoperto, inavvertitamente, che il momento migliore in cui mi sono ritrovato a scrivere รจ proprio in quel lasso di tempo che intercorre fra la fine della notte e l’inizio del mattino. Quando tutto o quasi si ferma. I suoni, i sapori.

I pensieri.

E’ come se il tutto, attorno a me, si cristallizzasse e prendesse una forma differente.

La luce della notte disegna forme diverse sui muri dell’inconscio e quello che cerco di fare รจ di ricalcare quegli affreschi mentali. Con poche parole. Come usassi un carboncino. Niente di piรน.

Le chiamo storie sussurrate. Perchรฉ nascono in un fremito e muoiono subito dopo. Sono piccoli, tiepidi attimi di realtร  intravisti attraverso uno squarcio minuscolo. Fugaci. Risibili. Ma ci sono.

E non so per quale motivo ma tengo particolarmente a loro perchรฉ mi permettono di approfondire su me stesso. Di dimostrarmi, ogni notte, che in fondo, scrivere รจ ciรฒ che mi definisce, che mi libera da tutto il resto.

Negli anni ho maturato una miriade di interessi e hobby (negli ultimi, poi, mi sono dato anima e corpo al wargaming e alla pittura di miniature, attivitร  che adoro e che mi regala infinite emozioni positive) ma ciclicamente, torno al punto di partenza.

Al mio foglio virtuale, di fronte ad uno schermo, ed alla mia amata e moderna macchina da scrivere: la tastiera.

Ed รจ cosรฌ che la notte, dopo una giornata piena e intensa, il mio mondo tace e il cuore si fasa sui respiri di chi mi sta accanto, creando la magia.

Decine di squarci su altri mondi si aprono. Migliaia di idee scorrono finchรฉ (come ho imparato da David Lynch che allude alle idee come a dei pesci) non arriva quella giusta da afferrare e trattenere oltre quel velo strappato.

Mi rendo conto che, forse, รจ qualcosa che non si puรฒ spiegare bene con le parole, nemmeno mettendole nero su bianco, a caratteri, uno dopo l’altro. Forse รจ questa la vera magia: essere di fronte a qualcosa che ti fa stare immensamente bene senza riuscire a definirne i contorni.

E, forse, esiste una magia ancora superiore: quella di realizzare che, alla fine, non importa definirlo a parole. Perchรฉ non sono dei caratteri su uno schermo a definire questo tutto. Sono le emozioni che genera dentro di te.

E va assolutamente bene cosรฌ.

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